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Isola del Gusto 2022

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PO FEAMP 2014/2020 Misura 5.68 a favore della commercializzazione dei prodotti ittici siciliani

5a edizione di “Isola del Gusto”

Appuntamento annuale dedicato alla promozione dei prodotti ittici e dell’agroalimentare della Sicilia

24 aziende siciliane del settore ittico e agroalimentare

12 sindacati/associazioni di categoria, centri di ricerca e studi professionali

6 mezzi di comunicazione

2 storici/divulgatori esteri della gastronomia siciliana

1 istituto alberghiero professionale (Damiani – Marsala)

1 associazione di chef e cuochi (F.I.C. – Trapani)

1 associazione Bartending Sicilia

oltre 400 degustazioni a base di pesce accompagnati da vini, preparate nei tre giorni dell’evento

Tre giorni intensi per degustare, imparare, condividere e promuovere i prodotti ittici siciliani accompagnati da oli e vini “da pesce” del territorio.

Un evento con un ricco calendario di appuntamenti: seminari, mostre tematiche, incontri con storici gastronomici, sommelier, chef e cuochi del mondo dell’arte gastronomica, esperti della scienza dell’alimentazione, della ricerca scientifica e della sicurezza alimentare, nonché sindacati di categoria e associazioni di pescatori, associazione Bartending che ha abilmente promosso un bere sano, responsabile e consapevole.

La gastronomia è stata dunque una chiave per scoprire usi e costumi della nostra tradizionale cultura marinara.

Il principale elemento di innovazione della 5a edizione “Isola del Gusto” è stato quello di diffondere correttamente presso i consumatori finali la conoscenza dei prodotti ittici meno pregiati del Mediterraneo, con l’intento di aumentare la capacità di giudizio responsabile, modificare le abitudini di acquisto e consumo di pesce nel rispetto dei loro periodi di riproduzione, al fine di contribuire ad una pesca sostenibile.

Momenti dai Seminari

Momenti Showcooking

Stand espositori


EMEC EXPO 2022 MAROCCO

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EMEC Expo un evento dedicato alla trasformazione digitale delle aziende, incentrate su e-marketing, e-commerce, social network, mobile internet, hosting e cloud.

L’evento riunisce imprenditori e decisori del mondo digitale che condividono le innovazioni e le ultime tendenze.

E’ il luogo perfetto per condividere conoscenze, conquistare nuovi clienti e creare sinergie tra professionisti il cui obiettivo finale è connettere aziende, canali di vendita e di comunicazione in ambito digitale. La partecipazione rappresenta un’opportunità per chi vuole aumentare le vendite all’estero, creare relazioni produttive stabili con le aziende internazionali e infine utilizzare nuovi canali social e nuove tecnologie di diffusione per la vendita del prodotto nei paesi del nord Africa.

Isola del Gusto 2021

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PO FESR SICILIA 2014/2020

Iniziative promozionali a sostegno dei sistemi produttivi siciliani 2021

4a edizione “Isola del Gusto”, un’iniziativa di co-marketing e di promozione integrata delle produzioni tipiche e gastronomiche, culturali del territorio siciliano.

Un format già collaudato e messo a punto da diversi anni, che vede coinvolti e legati ad un filo conduttore sia produttori che scuole professionali di gastronomia, esperti della scienza dell’alimentazione, della ricerca scientifica e della sicurezza alimentare, nonché sindacati di categoria e gruppo Pannel del settore agroalimentare.

Un’evento dedicato alla valorizzazione e promozione dei prodotti agroalimentari ed ittici siciliani, con esibizioni dal vivo “laboratorio live” per la preparazione dei piatti della tradizione marinara siciliana accompagnati da racconti e curiosità da esperti del settore.

Durante l’evento sono state coinvolte e promosse 24 aziende siciliane, n.1 scuola professionale Arte e mestieri (Euroform), n.15 tra sindacati, enti istituzionali, partner tecnici e mezzi di comunicazione.

SIAMAP 2021

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SALONE INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA DELLE MACCHINE AGRICOLE E DELLA PESCA

Il 15mo Salone Internazionale dell’Agricoltura e della Pesca, si è svolta a Tunisi presso il Parco espositivo del Kram dal 26 al 31 ottobre 2021. Il Siamap, uno dei saloni più importanti del Mediterraneo con cadenza biennale, ha registrato un clamoroso successo confermando, ancora una volta, l’importanza dell’appuntamento internazionale tra i professionisti dell’agricoltura e della pesca in quanto punto di incontro di affari e di collaborazioni industriali tra i paesi del Mediterraneo.

I settori di attività più rappresentativi del salone sono stati:

– attrezzature agricole,

– attrezzature per la pesca marittima e acquacoltura,

– prodotti agroalimentari,

La 15ma edizione del Salone Internazionale dell’Agricoltura e della Pesca è stata arricchita anche di numerose conferenze tematiche, scientifiche e tecniche.

L’evento fieristico rappresenta un’opportunità per le aziende del nostro territorio che intendono rafforzarsi nei mercati esteri, in particolare nel nord africa.

La Tunisia è vista come “porta d’ingresso per tutti i paesi del magherb” e come area centrale nel cuore dell’Euromed.

In sintesi i dati:

· 600                           Espositori

· 250.000                    Visitatori

· 20.000 mq                Area espositiva, di cui:
                                   7.000 mq macchine agricole
                                   5.000 mq attrezzature da pesca e acquacoltura
                                   3.000 mq allevamento
                                   5.000 mq area espositiva esterna
1.800 mq padiglione per concorsi


Rapporto economico sulla flotta di pesca Ue 2017

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La relazione economica annuale 2017 Annual Economic Report (AER) sulla flotta peschereccia dell’Unione europea offre una panoramica completa delle ultime informazioni disponibili sulla struttura e sui risultati economici delle flotte da pesca degli Stati membri dell’Ue.

Questi risultati economici includono:

1) una panoramica strutturale ed economica della flotta peschereccia dell’Ue per l’anno di riferimento 2015, con analisi delle tendenze per il periodo 2008-2015, comprese le previsioni di proiezione per il 2016 e il 2017;

2) un’analisi regionale della flotta peschereccia dell’Ue da parte del grande bacino marittimo: Mar Baltico, Mare del Nord, Atlantico nord-orientale, Mediterraneo e Mar Nero, nonché flotte che operano in altre regioni di pesca, tra cui l’Atlantico nord occidentale e le regioni ultraperiferiche;

3) una panoramica strutturale ed economica dettagliata della flotta peschereccia di ciascuno Stato membro dell’Ue, comprese valutazioni qualitative delle prestazioni economiche per gli anni 2008-2015 e proiezioni per le previsioni 2016 e 2017.

L’Annual Economic Report fornisce uno sguardo più approfondito sui diversi fattori che guidano il rendimento economico delle flotte dell’Ue con particolare attenzione ai benefici economici del rendimento massimo sostenibile (come l’analisi del rapporto causale tra gli stock sfruttati in modo sostenibile e il miglioramento delle prestazioni delle flotte), il recupero degli stock e l’attuazione di misure di conservazione.

L’Annual Economic Report include anche una panoramica dell’occupazione, della redditività e dei salari per le flotte extraeuropee e nella regione ultraperiferica.

Mediterraneo e Mar Nero

La maggior parte delle undici flotte degli Stati membri del Mediterraneo e del Mar Nero dipendono interamente dalla regione. Le eccezzioni erano Spagna e Francia, che hanno anche parti importanti delle loro flotte che operano nell’Atlantico. Le specie principali pescate nelle regioni comprendono: acciughe, sardine e naselli. Mentre la situazione economica generale della regione mostra un utile netto complessivo per la flotta regionale, quattro flotte degli Stati membri, escluso la Grecia, hanno subito perdite nette negli anni scorsi. Il GVA (gross value-added) come percentuale delle entrate è stato stimato al 60%. In altre parole, la flotta peschereccia del Mediterraneo e del Mar Nero ha trasformato più della metà delle sue entrate totali in capitale, salari e profitti, con un impatto positivo sulle economie della regione e sulle loro comunità di pescatori.

Per quanto riguarda la socio-economia, vale la pena ricordare che l’occupazione totale è leggermente aumentato nonostante il numero tatale di navi rimanga stabile. Il salario medio per le flotte pescherecce negli anni scorsi era in declino, adesso mostra un leggero miglioramento. Questo miglioramento può essere collocato all’andamento positivo dei ricavi e a quello negativo dei costi operativi, poichè nella maggior parte dei Paesi, i costi del lavoro sono direttamente correlati alle entrate e ai costi variabili come il sistema tradizionale di ripartizione del reddito tra l’armatore e l’equipaggio è il più diffuso.

Lo sforzo (in giorni in mare) dispiegato dalle flotte che operano nella regione, ha seguito una leggera tendenza decrescente nel periodo analizzato 2010-2015. Il peso degli sbarchi mostra un leggero aumento durante lo stesso periodo, mentre il valore degli sbarchi ha registrato un aumento significativo nel 2015.

Inoltre, gli indicatori economici sono migliorati per la regione del Mediterraneo. Anche le entrate e il valore aggiunto generati dalla flotta hanno seguito una tendenza crescente: i dati relativi al 2015 mostrano miglioramenti significativi. L’anno più redditizio nel periodo analizzato è stato il 2015, in particolare per la flotta italiana, che ha fornito il contributo principale alle tendenze della regione del Mediterraneo.

Le buone notizie:

  • maggiori entrate,
  • riduzione dei prezzi del carburante,
  • recupero di alcuni stock come il tonno rosso e il gamberetto rosa (GSA 9),
  • più alti prezzi medi di vendita di alcune specie.

Sfide future:

  • continuo deterioramento dello stato di molti stock ittici, ad es. nasello e triglia,
  • mancanza di investimenti.

Cosa c’è per il futuro?

  • prezzi del carburante stabili e quindi costi energetici,
  • aumento del TAC per il tonno rosso nel 2016 e 2017, dando segnali positivi per un aumento delle entrate,
  • impostazione del TAC per il pesce spada a partire dal 2017; preoccupazioni per la riduzione delle entrate.

Principali driver che influenzano le prestazioni della flotta nella regione

Nel 2015, la performance economica della flotta peschereccia regionale ha mostrato un miglioramento con un aumento del profitto lordo e dell’utile netto anche se si osservano variazioni elevate tra gli Stati membri; la tendenza positiva è stata trainata principalmente dalla flotta italiana.

I fattori che possono aver contribuito a migliorare le prestazioni economiche nella regione includono:

  • Ricavi più elevati: i ricavi hanno beneficiato di un aumento degli sbarchi e di prezzi medi più alti; in particolare la piccola flotta costiera ha venduto a prezzi più elevati rispetto alla flotta di grandi dimensioni, e sono principalmente diretti al mercato attraverso catene di approvvigionamento molto brevi (direttamente ai consumatori o ai ristoranti nelle aree turistiche). Nonostante l’aumento del prezzo medio nel 2015, nel periodo 2008-2015 i prezzi medi di vendita delle specie più importanti sono diminuiti (prezzo medio 4,90 € per kg nel 2008 e 3,62 EUR per kg nel 2015).

Questa tendenza negativa è dovuta, in parte, al basso potere di spesa delle famiglie durante le crisi finanziarie. È anche parzialmente correlato alla mancanza di strategie di mercato, compresa l’implementazione di schemi di etichettatura e certificazione che aggiungono valore ai prodotti della pesca, nonché debolezza in alcune organizzazioni di produttori (con alcune esenzioni).

  • Riduzione dei prezzi del carburante con conseguente riduzione dei costi energetici.
  • Vi sono alcuni esempi di attività di pesca in cui gli stock vengono sfruttati a tassi coerenti con il raggiungimento dell’MSY e le flotte mostrano tendenze positive, in particolare negli sbarchi (ad esempio, i gamberetti rosa di Parapenaeus longirostris nel Nord Tirreno-Mar Ligure). Il livello generale di sovrasfruttamento, tuttavia, rimane generalmente troppo elevato.

Altri fattori che hanno influenzato le prestazioni della flotta nella regione includono:

  • Stato delle scorte: la pesca nel Mediterraneo è altamente multi-specifica (mista) e molti degli stock bersaglio sono sovrasfruttati. Secondo lo STECF, solo pochi stock demersali sono attualmente sfruttati a tassi coerenti con il raggiungimento dell’MSY.
  • Le risorse marine e gli ecosistemi di questa regione sono stati sottoposti a crescenti pressioni negli ultimi anni, spinti dalla diversificazione e dall’intensificazione delle attività marittime e marittime. Mentre la capacità di pesca è stata congelata o ridotta nei paesi dell’UE a partire dalla metà degli anni ’90, la tendenza nei paesi non UE sta probabilmente seguendo un modello diverso e in alcune aree è probabile che si verifichi ancora un aumento degli sforzi e della capacità.
  • Concorrenza tra pescatori professionisti e ricreativi. Vi sono informazioni limitate sulla pesca ricreativa (con alcune esenzioni, Slovenia).
  • Nuove misure di gestione, in particolare l’introduzione di un TAC per il pesce spada e per la pesca pelagica nel mare Adriatico. I pescatori temono che questi TAC abbiano un impatto negativo sui loro profitti in futuro.
  • Un’altra importante misura di gestione adottata dalla CGPM nel 2016 è l’istituzione di due zone di restrizione della pesca nello Stretto di Sicilia.
  • Mancanza di investimenti in attrezzature da pesca con minore impatto ambientale e maggiore efficienza energetica. L’energia l’efficienza non è migliorata negli ultimi anni nella regione.

Tendenze socio-economiche

In termini di variabili socio-economiche, la flotta operante nel Mediterraneo e nel Mar Nero ha mostrato le seguenti tendenze:

  • Stipendi e salari

Dal 2014 al 2015 il salario medio complessivo per la piccola pesca è diminuito del 7%, oscillando tra € 8 300 e € 10 800. Gli stipendi per la flotta peschereccia più grande sono aumentati del 5% dal 2014 al 2015 per raggiungere quasi € 16 600, ma hanno subito una diminuzione del 20% rispetto ai dati del 2008.

  • Produttività del lavoro

La produttività per entrambi i segmenti è stata recuperata nel 2015.

Dettagli regionali

La regione del Mediterraneo e del Mar Nero comprende le zone di pesca della FAO 37.1, 37.2, 37.3 e 37.4.

Nove Stati membri dell’UE sono stati coinvolti nella pesca nel Mediterraneo nel 2015: Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna e due Stati membri operano nel Mar Nero: Bulgaria e Romania.

Un’analisi economica completa e realistica, comprese tutte le 11 flotte pescherecce costiere della SM che operano nella regione del Mediterraneo e del Mar Nero, non è stata possibile. I dati sulla struttura, l’attività e la produzione delle flotte sono presentati per tutti gli SM coinvolti. Tuttavia, i risultati delle prestazioni economiche sono stati esclusi per la Grecia a causa di set di dati incompleti e / o inaffidabili. Un’analisi delle tendenze è fornita solo per il periodo 2011-2014, in quanto non sono disponibili serie di dati coerenti per l’intero periodo 2008-2015 per tutte le flotte di MS.

Sulla base dei dati presentati, la maggior parte delle flotte di MS erano totalmente dipendenti dal bacino del Mediterraneo per la loro produzione primaria di pesca nel 2015. Tutti gli sbarchi delle flotte bulgara, croata, italiana, maltese, rumena, slovena e greca provenivano dal Mediterraneo o dal Mar Nero. D’altra parte, questa percentuale si riduce all’86% per la flotta cipriota, poiché alcune attività si verificano anche in altre acque mediterranee non Ue. Per la Spagna e la Francia, la percentuale è marginale, con solo il 16% e il 5%, rispettivamente, del peso totale sbarcato di queste due flotte degli Stati membri originarie di acque Ue-Med. Solo due navi portoghesi operano parzialmente nelle acque mediterranee dell’Ue.

Capacità della flotta e occupazione

La flotta peschereccia dell’Ue nel Mediterraneo e nel Mar Nero comprendeva 20 709 navi attive (esclusa la flotta greca). La piccola pesca comprendeva 14 316 navi, ovvero il 69% della flotta regionale. Con 14 400 navi, la Grecia rappresenta il 41% della flotta del Mediterraneo e del Mar Nero. L’occupazione totale nel 2015 è stata stimata in 45 435 posti di lavoro, (esclusa la Grecia). L’occupazione totale in Grecia è stata stimata in 25 372 posti di lavoro. L’andamento del numero di navi è rimasto relativamente stabile, aumentando dopo il 2011 a causa dell’ingresso della flotta croata. Al contrario, lo sforzo (in giorni in mare) dispiegato dalle flotte di MS che operano nella regione ha seguito un andamento decrescente nel periodo analizzato, principalmente a causa delle riduzioni riscontrate nella flotta italiana.

Sforzo di pesca

La flotta del Mediterraneo e del Mar Nero ha trascorso oltre 2,1 milioni di giorni in mare nel 2015 (esclusa la Grecia). La flotta italiana ha rappresentato il 68% del numero di giorni, seguita da Croazia e Spagna (entrambe con il 12%). La piccola pesca ha rappresentato il 65% dei giorni in mare.

Sbarchi e specie top

Il peso e il valore degli sbarchi generati dalla flotta regionale (esclusa la Grecia) nel 2015 sono ammontati a circa 368 mila tonnellate e 1,33 miliardi di euro, rispettivamente.

In termini di peso sbarcato, l’Italia (189 mila tonnellate), la Spagna (78 mila tonnellate) e la Croazia (73 mila tonnellate) sono state ancora una volta i paesi leader, che rappresentano insieme il 92% del peso totale e il 94% del valore degli sbarchi della flotta UE del Mediterraneo e del Mar Nero.

Nel 2015, le navi di grandi dimensioni hanno generato, di gran lunga, il peso degli sbarchi più elevato (88% del totale), pari al 78% del valore. Sebbene la piccola pesca abbia impiegato oltre il 65% dello sforzo, queste navi hanno sbarcato solo il 12% in peso e il 22% in valore. Questo segmento di flotta è più importante dal punto di vista sociale in quanto rappresenta quasi il 50% dell’occupazione nella flotta del Mediterraneo e del Mar Nero (esclusa la Grecia).

Produttività

Nel 2015 sono stati utilizzati in media 1 455 litri di carburante per tonnellata di pesce sbarcato nella pesca nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero, si osservano differenze significative tra le attività di pesca. La pesca pelagica su larga scala era la più efficiente dal punto di vista dei consumi, consumando in media 282 litri di carburante per tonnellata sbarcata mentre la pesca con scafo demersale consumava più carburante per cattura (4 954 litri/tonnellata).

Circa il 21% del valore del pescato nel Mediterraneo e nel Mar Nero è servito per pagare i costi del carburante nel 2015. In totale circa 277 milioni di euro sono stati spesi in combustibile per catturare 368 mila tonnellate di pesce, con un valore di sbarchi di 1,33 miliardi di euro. In particolare, i segmenti demersali su larga scala hanno speso quantità elevate (30%) del loro valore a terra sul carburante. Poiché la pesca a strascico è in genere ad alta intensità di carburante, le fluttuazioni nel consumo di carburante e nei prezzi del carburante sono quindi fattori chiave per la redditività delle flotte.

Nel 2015, l’utile lordo medio al giorno in mare è stato stimato in circa € 172 per le attività di pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero. In media, la pesca costiera su piccola scala ha mostrato un profitto lordo positivo basso. La pesca pelagica è stata la più redditizia, guadagnando in media 600 € di profitto lordo al giorno in mare. Dai segmenti più importanti, i pescherecci con reti a circuizione tra i 24 ei 40 anni hanno fatto un guadagno medio di € 866 al giorno in mare e sono aumentati costantemente.

Stato delle scorte importanti

Il Mediterraneo sta affrontando sfide significative, come il raggiungimento dell’MSY per la maggior parte degli stock entro il 2020, dal momento che molti stock valutati sono attualmente pescati molto al di sopra delle stime dell’obiettivo del MSY.

L’ultima valutazione dello STECF ha considerato stabili le scorte di scampo in GSA 9 e GSA 11 e i gamberetti rosa in acque profonde nel GSA 9-10-11 (una situazione crescente per GSA9 è stata analizzata separatamente). Al contrario, le scorte di triglia rossa (GSA9), gambero rosa acqua profonda (GSA1, GSA10) e Norvegia Lobster (GSA6) sono in calo. Benché non sia stata effettuata una valutazione completa della sogliola comune nella GSA7 (a causa di problemi relativi ai dati), è stata comunque consigliata una riduzione della mortalità per pesca.

Una riunione GFCM-FAO condotta nel 2016 ha anche eseguito valutazioni degli stock e consigliato una riduzione della riduzione della pesca per la sardina in GSA1, GSA6 e GSA17-18 e per l’acciuga in GSA17-18. Essendo una specie commerciale chiave nel Mediterraneo, anche la più recente valutazione del nasello è preoccupante; tale valutazione ha concluso che lo stock di nasello è sovrasfruttato nelle GSA 1-3, 5, 6, 7, 9, 12-16 e 17-18.

Anche la specie più importante sfruttata commercialmente, il rombo chiodato in GSA 29, è considerata sovrasfruttata e sono in atto misure di gestione (secondo le raccomandazioni GFCM). Mentre lo spratto, la seconda pesca più importante in termini economici, viene valutato come uno sfruttamento sostenibile, il pescecane raccolto viene considerato esaurito. La specie di rapana di recente sfruttamento non è stata ancora valutata, ma data la sua importanza in termini di valore questo stock merita attenzione.

Per il Mar Nero, il gruppo di lavoro ha incontrato difficoltà particolari nella valutazione di queste risorse a causa degli stock condivisi con paesi non Ue.

Isola del Gusto 2019

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Isola del Gusto” è un’iniziativa di promozione integrata (co-marketing) delle produzioni tipiche, tradizioni culturali e gastronomiche del territorio siciliano.

Un evento promosso dall’Assessorato Agricoltura e Pesca – Dipartimento Pesca e dell’Assessorato Attività Produttive – Servizio Internazionalizzazione della Regione Siciliana. Evento dedicato alla promozione dei prodotti agroalimentari e ittici della regione Sicilia.

Il cibo è forse l’elemento più qualificante di un territorio, quello più strettamente connesso alla sua identità e per questo quando si parla di chiusura della filiera, di economia circolare legata al territorio, non si può prescindere dall’impegno in cucina dei prodotti identitari.

Evento dedicato alla promozione delle tradizioni identitarie della Sicilia

L’idea progettuale della 3^ edizione “Isola del Gusto” nasce dalla consapevolezza di un territorio ricco di importanti produzioni agroalimentari ubicato in un comprensorio della Sicilia ricco di storia, di cultura e di un patrimonio varietale che hanno contribuito ad identificare quest’area della Sicilia sud occidentale.

Un evento dedicato al pianeta terra/mare, un’occasione unica che ha miscelato divulgazione scientifica, incontri tecnici, show cooking e degustazioni gastronomiche, che hanno messo in luce gli aspetti nutrizionali organolettici e morfologici dei prodotti agroalimentari per una maggiore riconoscibilità da parte di un pubblico selezionato di operatori e turisti presenti nel nostro territorio che hanno costituito una naturale cassa di risonanza a livello nazionale e internazionale.

Tre giorni di degustazione di prodotti ittici e agroalimentari accompagnati con diverse cultivar autoctone di oli e vini siciliani selezionati da prestigiosi esperti enogastronomici. Azione di contaminazione, dunque tra scienza, enogastronomia e tipicità dei prodotti, perché, attraverso il piatto e il bicchiere – come affermano esperti di gastronomia – si riconosce un territorio. Dunque, “una vetrina del cibo e per il cibo”. Grazie alla partecipazione di istituti, scuole alberghiere e rinomati chef del territorio si è allestita un’area lab per mostrare e raccontare la preparazione dei piatti tipici della cucina tradizionale e popolare siciliana, riscoprendo sapori dimenticati, e trasmettendo un ricco bagaglio di conoscenze e segreti della cucina gastronomica siciliana.

Durante l’evento “Isola del Gusto”, si sono svolti interessanti seminari sull’alimentazione mediterranea, sulle tradizioni e curiosità della cucina siciliana, sugli aspetti chimici e salutistici dei prodotti e su nuove tecniche e metodologie di promozione dei prodotti nei mercati esteri, relazionati da autorevoli esperti di l’internazionalizzazione delle PMI nei mercati esteri, come: la multinazionale Sopexa (Società di Promozione e Marketing Food, Drink e Lifestyle), l’ICE (Istituto Commercio Estero). Sono state presentate alcune “Case history” di successo dei prodotti agroalimentari italiani nel mondo, occasione utile per discutere di crescita, di sviluppo sostenibile e innovazione tecnologica, quali basi imprescindibili per la costruzione del futuro delle aziende siciliane. I seminari sono stati ulteriormente arricchiti da interessanti proiezioni video su: “Come riconoscere il pesce fresco”, “Sistemi di Certificazione dei prodotti agroalimentari”, “Metodo di produzione di prodotti caseari: la Vastedda del Belice” – formaggio tipico della Valle, e inoltre, App smartphone sulla qualità dei prodotti ittici, slide sugli aspetti nutrizionali e sull’allevamento dei molluschi.

Degustazione di piatti e prodotti ittici dell’antica tradizione culinaria siciliana. E per la gioia dei turisti e ospiti presenti ogni giorno artigiani locali mostravano “live” le tecniche di produzione di ceste, nasse e panieri. E’ stata allestita una mostra fotografica “Strada del sapere”, un percorso educativo e conoscitivo sui prodotti tipici della Sicilia.

La gastronomia è stata dunque una chiave per scoprire usi e costumi della nostra cultura siciliana

Struttura produttiva della pesca in Sicilia. Luci e ombre della situazione attuale.

Analizzando i dati del “Community Fishing Fleet Register” dell’Unione Europea nel periodo 2015-2017 e i provvedimenti adottati dalla Regione Siciliana nello stesso periodo, l’osservatorio della pesca del Mediterraneo traccia un consuntivo della situazione della pesca siciliana e delle sue prospettive alla luce anche dei rapporti internazionali nel Mediterraneo.

I battelli da pesca censiti dal “Community Fishing Fleet Register” dell’Unione Europea iscritti nei 44 distretti marittimi della Regione Sicilia risultano, al 31 dicembre 2017, pari a 2.775, con una stazza lorda complessiva di 47.298 GT e una potenza dei motori di 233.472 kW.
La flotta peschereccia operante in Italia ha, alla stessa data, una consistenza di 12.270 battelli, con una stazza lorda di 157.191 GT e una potenza di 983.153 kW. Negli ultimi tre anni, quindi, la flotta peschereccia siciliana si è stabilizzata intorno alle 2.700 imbarcazioni con una stazza complessiva di circa 47.000 GT e una potenza motori di circa 233.000 kW. Questo processo di stabilizzazione pone degli interrogativi ai quali bisogna fornire delle risposte.

È compatibile questa composizione della flotta con l’attuale stato delle risorse ittiche delle aree di pesca tradizionali e con la situazione economica complessiva del settore?

Quali provvedimenti devono essere adottati dalle autorità europee, nazionali e regionali per assicurare un futuro alla pesca siciliana?
Il processo di stabilizzazione è avvenuto dopo anni di forte e costante ridimensionamento del settore.

Nel periodo 2008-2017 la consistenza della flotta peschereccia siciliana è diminuita di 450 unità. La stazza lorda GT nello stesso periodo è diminuita di 15.297 GT e la potenza dei motori di 45.668 kW. Percentualmente la consistenza numerica della flotta siciliana rispetto a quella nazionale è passata dal 23,57% al 22,62% e in potenza dal 24,29% al 23,75% dimostrando una convinta partecipazione della Sicilia al processo di ridimensionamento in misura maggiore rispetto ad altre regioni marittime del Paese. La decrescita della flotta siciliana è stata costante e in pieno accordo con quella nazionale. A partire dal 2015 si avvia il processo di stabilizzazione, come avviene a livello nazionale.

La Sicilia, quindi, ha pienamente rispettato la politica europea e nazionale di riduzione dello sforzo di pesca attuata attraverso la demolizione del naviglio. Inutile sottolineare come questo processo abbia influito sull’occupazione e sulle attività dell’indotto, in particolare sulla cantieristica, sull’industria meccanica e del freddo. Come abbiamo detto precedentemente, nel corso degli ultimi tre anni il processo di riduzione si è stabilizzato e siamo ormai in una fase che possiamo definire di mantenimento.

L’obiettivo fondamentale della politica europea della pesca basato sulla demolizione del naviglio è stato quello della riduzione dello sforzo di pesca e della ricostituzione degli stock ittici. I dati della riduzione della flotta andrebbero quindi rapportati con quelli dello stato degli stock ittici nelle aree di pesca della flotta siciliana nello stesso periodo per effettuare delle valutazioni accurate dei risultati raggiunti.

Si pone, però, un problema evidente: le aree di pesca della flotta peschereccia siciliana sono spesso in comune con le flotte dei paesi nord africani, inoltre, le flotte pescherecce tunisine, algerine, libiche, egiziane in questi anni hanno aumentato notevolmente la loro consistenza. Basterebbe ricordare che la sola flotta egiziana è cresciuta del 40% nel periodo 1997-2015, raggiungendo la consistenza numerica di quasi 5.000 natanti, dei quali oltre il 62% pesca nel Mediterraneo, spesso nelle stesse aree della pesca a strascico delle barche siciliane.

Solamente attraverso una politica comune di cooperazione e gestione delle risorse ittiche, con piani di gestione condivisi, è possibile ottenere concreti e durevoli risultati per uno sfruttamento razionale e sostenibile degli stock. È quindi necessario affrontare immediatamente una politica di cooperazione euro mediterranea all’insegna della blue economy, come da tempo suggerisce l’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo.

Composizione della flotta: la maggior parte dei natanti ha una lunghezza fuori tutto dai 6 metri ai 10 metri (1096 barche) e sino a 6 metri (585), dimostrando una propensione del settore soprattutto per la pesca artigianale. La pesca industriale, ovvero quella effettuata da barche con lunghezza oltre i 24 metri, ha una consistenza complessiva di 128 natanti.

Un altro aspetto della flotta siciliana può essere desunto dalla composizione della flotta per sistemi di pesca, ricavata dall’esame delle licenze. Si nota una sensibile riduzione del palangaro fisso (-229) e della rete a strascico divergente (-115). In tutti i porti si nota una diminuzione del numero, con l’eccezione di Licata e Marsala.

Il maggior numero di natanti risulta costruito negli anni 1965-1990, dimostrando lo stato di vetustà della flotta peschereccia siciliana. Questa situazione richiede, per tutelare le condizioni di lavoro a bordo e garantire una maggiore sicurezza, oltreché per ridurre i consumi energetici, di avviare un serio piano di ristrutturazione e ammodernamento della flotta peschereccia siciliana.

Lo stato di vetustà della flotta peschereccia siciliana viene confermato anche dal materiale di costruzione. Il maggior numero di barche è costruito in legno (2313) mentre quelle costruite in metallo risultano pari a 117 unità. Ancora meno, a differenza di altre regioni italiane, risultano le imbarcazioni costruite in fibro-plastica. Dall’analisi dei dati della flotta peschereccia siciliana risulta evidente una linea di tendenza verso la pesca costiera, la cosiddetta piccola pesca artigianale, tendenza che è stata incentivata negli ultimi anni attraverso i Bandi PO FEAMP 2014-2020 con le varie misure di attuazione.

Fortemente penalizzata risulta, invece, la flotta dello strascico che ha ridotto le proprie potenzialità spingendo gli operatori ad utilizzare gli incentivi della demolizione per uscire fuori dalla difficile situazione economica in cui versa il settore. In questo senso è emblematica la situazione della flotta peschereccia di Mazara del Vallo che, ha subìto nel corso degli ultimi anni un sistematico ridimensionamento (tab. 13).

La flotta peschereccia mazarese ha visto ridurre la propria consistenza nel periodo 1995-2017 da 306 natanti a 206 natanti e la sua stazza lorda da 28.588 GT a 12.993 GT. La flotta dello strascico di Mazara del Vallo, che ancora nel 2011 presentava oltre 100 natanti con lunghezza maggiore di 24 metri e con una stazza media di 160 GT operanti nel Canale di Sicilia ai limiti delle acque nord africane, in Grecia a Creta e in Egitto, vede ora ridotta la sua consistenza a meno di 85 barche.

Unica prospettiva per assicurare un futuro a questa importante attività economica, che, lo ricordiamo, ha come target i crostacei, il gambero bianco, il gambero rosso e il viola e gli scampi, è l’avvio di un serio programma di cooperazione con i paesi nord africani per l’adozione di piani di gestione degli stock che prevedano un prelievo razionale e sostenibile delle risorse, nonché adeguate aree di ripopolamento e protezione. Il raggiungimento degli obiettivi del piano dipenderà anche dalle decisioni gestionali intraprese dagli altri paesi coinvolti nello sfruttamento delle risorse condivise e dall’adozione del Piano di Gestione del GFCM come previsto dalla raccomandazione REC.CM-GFCM/40/2016/4.

Tra il 2004 ed il 2015 la pesca a strascico dell’area (gambero rosso, moscardino muschiato, triglie, seppie e pagelli) evidenzia un chiaro trend negativo dello sbarcato con la sola eccezione dei gamberi rossi, la cui produzione tra il 2004 ed il 2015 è aumentata del 78%.
I ricavi totali si sono ridotti del 10% nel corso dei dodici anni, passando da circa 159 milioni di euro nel 2004 a 142 milioni nel 2015.
I ricavi dello strascico, in particolare, sono diminuiti del 13%, pur mostrando una leggera ripresa nell’ultimo anno.
Il maggior costo della flotta a strascico operante nella GSA 16 è relativo al carburante che ha l’incidenza del 40% sui costi totali.
I battelli dello strascico e dei polivalenti passivi hanno contribuito nel 2015 rispettivamente al 71% e al 14% del profitto lordo dell’area.

Tra il 2004 ed il 2015, la flotta a strascico ha perso oltre 700 occupati, con una riduzione del 30% rispetto al 2004. Stabile il numero di occupati nel segmento dei polivalenti passivi. Dal punto di vista della commercializzazione del prodotto, in gran parte delle marinerie dell’area, la vendita del prodotto si basa sull’acquisto operato da grossisti anziché sulla vendita all’asta, nonostante i grossi volumi di produzione e la forte concentrazione di battelli che caratterizza molte delle marinerie.

Questo condiziona negativamente i prezzi di vendita, che in moti casi sono al di sotto della media nazionale, e comporta una maggiore dilazione nei pagamenti, rispetto alla vendita tramite mercato ittico. Inoltre risulta carente la dotazione di infrastrutture a supporto della commercializzazione, quali celle frigo e piattaforme logistiche.

Molte imbarcazioni di strascico di medie dimensioni, dedite principalmente alla pesca del gambero rosa entro le 20 miglia dalla costa, non sono provviste delle infrastrutture di bordo per il congelamento del prodotto. Questo produce un aumento dei costi poiché sono costrette a sbarcare giornalmente o ogni due giorni gambero di piccola taglia venduto a fresco, con una riduzione dei ricavi medi rispetto al prodotto di maggiore taglia pescato più al largo e congelato a bordo.

Allo stato attuale le imbarcazioni di medie dimensioni risultano troppo ‘piccole’ per congelare a bordo e troppo ‘grandi’ per praticare in maniera sostenibile la pesca costiera. Nelle principali aree di pesca al di fuori delle acque territoriali risulta in crescita la presenza di battelli extraeuropei spesso in conflitto con le imbarcazioni a strascico che praticano la pesca alturiera. Secondo gli operatori quindi la riduzione dello sforzo esercitata nell’ultimo decennio dai battelli italiani è stata, pertanto, abbondantemente compensata dall’aumento di sforzo da parte dei battelli extracomunitari.

Negli ultimi anni, inoltre, ai battelli tunisini si sono aggiunti quelli egiziani di stazza sempre maggiore e sempre meglio equipaggiati anche per la pesca a congelato dei crostacei.

La flotta a strascico egiziana è quella con il più alto potenziale di crescita e i crostacei pescati da tali battelli vengono in larga parte esportati sul mercato italiano. Si segnala infine la crescente mancanza di manodopera specializzata, soprattutto comandanti e motoristi, in particolare nella marineria di Mazara.

Un primo momento di riflessione internazionale sulla necessità di adottare un PdG condiviso tra i paesi dell’area per la pesca del gambero rosa e del merluzzo si è avuto nel “Subregional Technical Workshop on Fisheries Multiannual Management Plans for the Western, Central and Eastern Mediterranean”, svoltosi a Tunisi nell’ottobre 2013.

Il workshop aveva tre obiettivi:
i) valutare la fattibilità tecnica delle linee guida GFCM per lo sviluppo di piani di gestione pluriennali,
ii) identificare le problematiche e le esigenze di gestione e
iii) progredire verso la preparazione di documenti e strategie a supporto dei piani di gestione.

Importanti progressi nella stesura del piano si sono registrati in seguito all’incontro tenuto presso la sede della FAO.

In particolare sono state identificate le misure gestionali, finalizzate a valutare l’impatto dal punto di vista biologico, ecologico e socioeconomico e a far rientrare gli stock di gambero rosa e merluzzo entro condizioni di maggiore sostenibilità di sfruttamento.

L’acquacoltura è considerata uno dei settori produttivi strategici dell’Unione Europea, per il quale, nella programmazione avviata sono previsti notevoli investimenti, che l’acquacoltura siciliana dovrà utilizzare per il proprio sviluppo nel contesto mediterraneo.

Già nell’ambito del Fondo Europeo per la Pesca (FEP) 2007/2013, sono stati finanziati interventi a sostegno del settore.

Questo sviluppo è, quindi, perseguito anche nel Programma Operativo del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (PO FEAMP 2014-2020), che promuove la sostenibilità ambientale del settore che considera l’acquacoltura tra le componenti che contribuiscono all’equilibrio dell’ambiente naturale.

Nell’ambito del FEAMP, sono state individuate, misure idonee a promuovere ed incentivare l’innovazione e lo sviluppo dell’acquacoltura siciliana sia marina che in acque interne.

In questo ambito viene incoraggiata la collaborazione delle imprese di allevamento con Enti Scientifici e strutture di Ricerca, che hanno il ruolo di sviluppare conoscenze e tecniche volte a ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti, aumentare la competitività, la diversificazione della produzione e l’allevamento di specie di riferimento territoriale non alloctone e favorire interventi che aumentino l’efficienza energetica.

Acquacoltura in Sicilia

Fino al 2010 il settore dell’acquacoltura in Sicilia garantiva oltre il 15% della produzione nazionale; successivamente ha subito un repentino tracollo, passando da 18 aziende censite nel 2008, a 5 aziende che contribuiscono a poco meno del 10% della produzione nazionale.

Gli ultimi dati indicano la presenza di 13 impianti attivi nel territorio regionale, che occupano circa 100 addetti.

Le specie allevate sono l’Orata, la Spigola, e l’Ombrina, tra quelle marine, e la Trota, il Persico spigola, la Carpa e il Persico trota tra quelle di acqua dolce, mentre l’allevamento di molluschi riguarda soltanto i mitili.

La produzione regionale complessiva è di circa 4.200 tonnellate, per un valore commerciale superiore a 13 milioni di euro.

Le avannotterie operanti in Sicilia, in considerazione dell’elevato livello tecnologico raggiunto, nel tempo hanno incrementato la loro produzione di avannotti, fino a circa 35 milioni di esemplari, che rappresentano circa il 35% della produzione nazionale.

L’acquacoltura estensiva nel Trapanese produce circa 1 tonnellata di spigole e orate l’anno che rappresenta un prodotto di qualità elevata reperibile esclusivamente sul mercato locale, a prezzi molto elevati. La molluschicoltura in Sicilia è rappresentata esclusivamente da due impianti operanti nella Provincia di Siracusa e due impianti nella Provincia di Messina, dediti alla stabulazione di mitili, quindi non propriamente all’allevamento.

Attualmente risultano attive sei aziende di acquacoltura in acque interne che riescono a soddisfare parzialmente le richieste di mercato ed a produrre pesce competitivo dal punto di vista qualitativo, in bacini naturali, artificiali e con sistemi a ricircolo RAS (Recirculated Aquaculture System).

La pesca artigianale nei diversi paesi del Mediterraneo è caratterizzata da un elevato numero di imbarcazioni e addetti, da basse catture e da un altro valore unitario nella vendita dei prodotti.

Nelle ultime decadi le comunità dei pescatori nel Mediterraneo, hanno subito il rapido avvento della modernizzazione sia tecnologica che socio-culturale che ha contribuito al progressivo incremento della pressione da pesca su poche specie, il conseguente sovra-sfruttamento di molti stock ittici e l’uso sbilanciato della biodiversità.

In questo contesto si sostiene che lo sviluppo della pesca nel Mediterraneo debba essere orientato non verso un aumento dello sforzo da pesca ma, verso attività di pesca sostenibile, qual è potenzialmente la pesca artigianale.

Molto si dovrà ancora fare, in particolare riguardo il sistema di governance. Tuttavia, è bene ribadire che la mancanza di dati qualitativi e quantitativi sulla pesca artigianale riduce fortemente la possibilità di individuare misure di gestione per rendere sostenibile la pesca locale a lungo termine.

L’obiettivo comune di garantire la vitalità dei mari e degli oceani affinché siano puliti, sani e produttivi per gli usi e le attività delle generazioni presenti e future, deve essere necessariamente associato ad un profondo cambiamento etico-culturale.

Fonte: Osservatorio della Pesca del Mediterraneo

Salon de L’Alimentation – Bruxelles 2019

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Bruxelles – Belgio, Cuore istituzionale dell’Europa, sede della Commissione del Parlamento Europeo,

sono presenti le più importanti associazioni di categoria europea nel settore della pesca come: Europêche, Cogeca, Associazione Tonnieri del Mediterraneo, ECSA Associazione di categoria Armatori, Enti di ricerca e importanti istituzioni europee con le quali il nostro mezzo editoriale “L’Armatore” da anni ha instaurato un filo diretto per la divulgazione delle politiche di pesca adottate a favore del comparto. In questo contesto la partecipazione alla fiera Salone dell’Alimentazione ha rappresentato un’opportunità per il rafforzamento e consolidamento della nostra rivista con le istituzioni europee per la diffusione e divulgazione di politiche economiche della pesca, nuovi sistemi di pesca eco-compatibili, sicurezza e tracciabilità dei prodotti ittici, innovazioni tecnologiche, promosse dall’Ue a favore del settore, oltre che per la pubblicazione di bandi, circolari e leggi.

La partecipazione all’evento con un’area personalizzata L’Armatore ha rappresentato per la nostra rivista un’importante piattaforma commerciale per l’acquisizione di potenziali clienti, per la selezione di un target di operatori e per contribuire a migliorare il dialogo tra operatori e istituzioni al fine di realizzare una politica comune per la pesca nel Mediterraneo.

Fiera Internazionale Seafex

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Seafood trade exhibition in Dubai 2018

La 7ma edizione di Seafex svoltasi negli Emirati Arabi, Dubai dal 30 ottobre al 1 novembre 2018 presso il Dubai World Trade Center ha visto la partecipazione di operatori del settore del seafood e dell’agroalimentare provenienti da 111 Paesi. L’evento Seafex – padiglione dedicato esclusivamente al seafood e ai prodotti agroalimentari – è uno dei tre eventi inseriti all’interno dello “Speciality Food Festival” di Dubai.

Il salone Seafex organizzato nella più importante e popolosa città degli emirati Dubai, rappresenta un evento promozionale ed economico di respiro internazionale per le prospettive di sviluppo delle imprese italiane, in particolare siciliane per la presenza in fiera di grandi importatori, buyers, distributori e responsabili della ristorazione. Durante i tre giorni dell’evento un’area lab preallestita nel padiglione Italia sono stati organizzati showcooking con degustazione che hanno consentito di fare apprezzare e valorizzare i prodotti italiani e in particolar modo quelli agroalimentari e ittici siciliani. Un ritorno di immagine del made in Italy sicuramente lusinghiero verso un pubblico selezionato di operatori e visitatori internazionali che hanno costituito una naturale cassa di risonanza a livello mondiale.

Un bilancio più che positivo, un buon successo in termine di presenza di operatori del settore e di interesse per i prodotti del Made in Italy.

L’area dell’EAU riveste un ruolo strategico per l’internazionalizzazione del sistema produttivo siciliano, particolarmente per il settore seafood e food.

Dubai è un punto strategico di collegamento con i paesi dell’Asia e del nord Africa. I bassi dazi doganali sui prodotti alimentari di importazione rappresentano un’opportunità per le imprese siciliane che intendono internazionalizzarsi e introdursi sui nuovi mercati.

Il 90% dei seguenti prodotti alimentari viene importato: pasta, olio d’oliva, formaggi, pesce, latticini e succhi di frutta.

Il 70% delle vendite è organizzato tramite le grandi catene di supermercati e ipermercati.

Il 12% il trend di crescita dell’import di prodotti del seafood.

29 kg il consumo pro-capite di pesce.

11.000 centri di ristorazione nel Paese di cui 4.000 a Dubai.

Per l’Italia gli EAU rappresentano il principale mercato di sbocco per le esportazioni nell’area MENA.

Oltre 30.000 italiani presenti

Più di 600 aziende italiane

Gli EAU si stanno sempre più affermando quale hub finanziario di livello mondiale.

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